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Le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave sono il sito UNESCO più ad est tra tutti e nove. Si estendono su una superficie complessiva di 21.460 ettari che comprendono le province di Udine e Pordenone nella regione Friuli Venezia Giulia e di Belluno in quella del Veneto. Questa zona è compresa tra le valli del Piave e del Tagliamento, la Val Tramontina e la parte centrale della Val Cellina, in cui si trova un tortuoso canyon formato dal torrente Cellina.
Quest’area così estesa è anche una tra le più selvagge e suggestive tra tutte le Dolomiti, protetta e valorizzata dal Parco Dolomiti Friulane, è possibile camminare per giorni tra questi monti e valli senza mai trovare nessuno. I gruppi principali, che si estendono da nord a sud, sono il monte Cridola alto 2.581 metri, i Monfalconi con Cima Monfalconi di 2.548 metri d’altitudine, il Duranno-Cima Preti di 2.706 metri e gli spettacolari Spalti di Toro con il Cadin di Toro di 2.386 metri e Cima Cadin degli Elmi 2.424. Quest’ultimo gruppo montuoso forma un grande catino con ai piedi estese morene, la sua forma è testimonianza del fatto che nel periodo delle glaciazioni si trattava di un ghiacciaio secondario.
Sempre dal punto di vista della geologia le Dolomiti di quest'area geografica sono costituite da una successione apparentemente monotona di rocce di calcare dolomitico datate tra il Norico e il Lias e per questo rappresentative della storia stratigrafica delle Dolomiti. Osservando in modo più approfondito però si scopre che tra questi monti si sovrappongono tre linee tettoniche principali che producono una sovrapposizione che si ripete in sequenza. Questi tre strati sono formati da Dolomia Principale, per oltre la metà delle formazioni rocciose, a cui fa seguito la Dolomite di Forni, ed in modo più marginale, vi sono depositi del Giurassico e forme più recenti del Cretaceo e del Paleocene-Eocene che si trovano principalmente nella valle del Cellina.
Adiacenti a questi luoghi, anche se non compresa tra i siti patrimonio dell’umanità UNESCO, si trova la valle del Vajont. Questa zona situata a sud ovest del sito è diventata tristemente famosa nell’autunno 1963 perché il monte Toc franò nel lago artificiale creato dalla sotto stante diga del Vajont. L’onda che ne derivò, alta oltre cento metri, si abbatte sul fronte opposto sui paesi di Erto e Casso e dopo essersi incanalata nella valle, cadde sul paese di Longarone provocando complessivamente 2000 morti nel giro di pochi minuti.