Dolomiti Arrampicata
Un binomio conosciuto nell'Alpinismo

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Dolomiti arrampicata è un binomio inscindibile perché le Dolomiti sono un luogo unico al mondo e gli alpinisti lo sanno. Su queste montagne giungono scalatori di tutte le nazionalità. Per chi arrampica i Monti Pallidi sono una delle mete fondamentali da visitare. In queste montagne sono state messe delle pietre miliari nell’evoluzione dell’alpinismo.

Nell’ottocento ricordiamo le scalate dei primi esploratori inglesi con la conquista del Pelmo da parte di John Ball accompagnato da guide e cacciatori locali; poi vennero i tedeschi e gli austriaci come Paul Grohmann che per primi salirono le Tofane, il Sorapiss, la Marmolada e forse il re Antelao, o fu il cacciatore Matteo Ossi di San Vito? Ma questa è un’altra storia. Molte altre vette furono salite da Grohmann sempre accompagnato da guide locali: molte volte si trattava di cacciatori convertiti al mestiere di guida. L’alpinista-esploratore austriaco trovò dei fidi accompagnatori nelle guide ampezzane come Lacedelli, Dimai che diedero il via alla generazione delle guide che tuttora portano validamente avanti l’alpinismo a Cortina d’Ampezzo e fanno parte del mitico gruppo alpinistico Scoiattoli.

Nel 1877 un episodio che fa innalzare il livello della scalata è la prima ascensione della Torre dei Sabbioni nelle Marmarole da parte della guida sanvitese Cesaletti in solitaria. Nel Novecento le prime ardimentose salite di quinto grado di Preuss, Winkler, Dulfer, Piaz ecc. Poi negli anni trenta un altro passo avanti che vedono nelle Dolomiti un terreno di sperimentazione e scoperta: le salite di sesto grado di Comici, Cassin, Soldà, Carlesso etc…

Negli anni sessanta l’esplosione della scalata artificiale ovvero quella con largo uso di mezzi artificiali per procedere come scalette, chiodi a pressione e a espansione con le realizzazione di direttissime a goccia d’acqua su tutte le grandi pareti dolomitiche con le salite di Piussi, degli Scoiattoli e di cordate tedesche e francesi. Negli anni ottanta lo sviluppo della arrampicata libera e il binomio Dolomiti arrampicata è ancora protagonista. Le Dolomiti sono teatro di realizzazioni in questo stile che prevede una scalata in cui i chiodi e gli altri mezzi di protezione vengono utilizzati solo per assicurazione e non per progressione. E’ uno stile più puro perché per salire viene usata solo la roccia (ricordiamo tutti lo spot televisivo in cui Manolo arrampicava a mani nude sulla roccia a volte anche a piedi nudi). Attori di questa scalata in Dolomiti sono Maurizio Zanolla Manolo, Heinz Mariacher, Luisa Jovane, Maurizio Dall’Omo, Massimo Da Pozzo e molti altri.

Dolomiti Arrampicata: uno sguardo in avanti

L’ultima frontiera delle Dolomiti arrampicata vede la libera di vecchie via artificiali come la via degli spagnoli e la italo svizzera in Tre Cime con gradi elevati come 8b e l’apertura di vie in parete fino all’8c ad opera di vari alpinisti tra i quali Mauro Bubu Bole, Alex Huber e Kristoph Heinz.

A questo punto sorgono due domande: quale sarà l’evoluzione dell’alpinismo in Dolomiti? E un’altra retrospettiva-esistenziale: perché proprio le Dolomiti con le loro altezze non eccessive e le dimensioni limitate sono state, sono e saranno teatro dell’alpinismo mondiale? Alla prima potremo rispondere ai posteri l’ardua sentenza, mentre per la seconda c’è una spiegazione.

Le Dolomiti con la loro struttura geologica, nate dal mare grazie dall’azione dei microrganismi che in tempi remoti hanno depositato carbonato doppio di calcio e magnesio, hanno delle pareti di una verticalità, architettura e lunghezza, rare da incontrarsi in altri luoghi. Inoltre, sempre grazie a questo tipo di roccia e alle forme che si sono sviluppate nei secoli, la scalata che ne risulta è unica e diversa da quella che si svolge su altri tipi di parete e rocce del mondo.Questo è il fascino delle Dolomiti arrampicata.

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