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L’ Alpinismo trova nelle Dolomiti il luogo ideale dove essere praticato. Le sue montagne con pareti verticali di roccia solida e con forme meravigliose attirano moltissimi alpinisti.
Ma che cos’è l’ alpinismo? E’ l’arte di salire le montagne con le proprie forze, scalandole e raggiungendone la vetta. Si parla proprio di arte perché ogni salita è una creazione di un’opera personale, è una esperienza irripetibile. E’ una pratica che è più di un semplice sport. Oltre alla componente sportiva, allo sforzo fisico, c’è anche una componente di conoscenza dell’ambiente in cui l’ alpinismo è praticato; con la sua geografia, la botanica, la zoologia, la meteorologia, ed ancora la storia e della tecnica necessaria a procedere in sicurezza.
Quest’arte, si può esprimere in estate ma anche in inverno quando la montagna, come un trasformista, cambia il suo aspetto e si copre di un candido mantello di neve. Nella stagione fredda lo scopo rimane quello di salire le montagne ma la tecnica e l’ambiente cambia del tutto. D’inverno si scalano le pareti, ma anche il ghiaccio e la neve, il tutto con le attrezzature e la preparazione necessarie.
D’estate si scalano le montagne dove l’uomo - sfruttando le linee della natura, ha disegnato varie vie di salita - dalla più facile, dove a volte basta camminare, alla più difficile dove solo pochi “eletti” possono salire. Quello che cambia in queste linee è la difficoltà: dal primo grado dove si inizia a scalare, cioè ad usare le mani oltre che i piedi, all’undicesimo grado dove solo pochi al mondo sono in grado di passare. Tra questi estremi ci sono tutte le altre difficoltà dove tutte le persone,fisicamente capaci, possono esprimersi. Tra questi citiamo il quarto grado dove le pareti sono più verticali e si inizia a “tirare” di braccia, il sesto grado, che è rimasto per 40 anni il limite dell’arrampicata e il settimo grado che ha aperto verso l’alto la scala delle difficoltà. Ancora oggi nella mente dei non addetti il sesto grado è il massimo grado alpinistico.
Qualcuno conosce le grandi pareti dell’epopea del sesto grado, parliamo dei venti anni tra 1930 e gli anni ‘40. Molte le vie tra le Dolomiti: come la Nord delle Tre Cime, la nord-ovest del Civetta, la sud della Marmolada, la sud della Tofana di Rozes, la Nord del Sassolungo, la Est del Catinaccio e i paesi dove soggiornavano gli alpinisti quali Cortina d’Ampezzo, Misurina, Auronzo di Cadore, Calalzo di Cadore, Agordo, Alleghe, Canazei, Ortisei etc. |
Oggigiorno tutte le pareti delle Dolomiti sono attraversati da una ragnatela di linee ideali che salgono alla vetta e l’alpinista esperto può scegliere quale cima, quale parete e quale “via” salire. Sì perché queste linee ideali di scalata si chiamano vie. Via Comici, via Messner, via Soldà, via Dimai, via Dibona, via Casara, via Hasse-Brandler, via Dulfer, via Grohmann eccetera. Più recentemente si è sviluppata l’abitudine (rischiando varie scomuniche) di dare un titolo alle vie (via dell’amicizia, via delle donne, via Chiara, via Elena, via Sinfonia dei mulini a vento, via Luna nascente ecc.).
Vie per tutti i gusti quindi: con una buona preparazione nelle pareti di fondovalle (palestre) praticando l’arrampicata sportiva, il free-climbing, il bouldering o magari iniziando percorrendo vie ferrate per avvicinarsi alla montagna, anche se non si tratta appropriatamente di alpinismo. Si può apprendere la tecnica alpinistica con una Guida Alpina e per i più coraggiosi con un amico compagno di cordata. Spesso all'inizio dell'estate nelle zone di montagna si tengono Corsi Roccia, occasioni nelle quali anche i più inesperti si possono avvicinare all'alpinismo. Ad organizzare tali corsi può essere il CAI (Club Alpino Italiano) o gruppi di esperti scalatori ma sempre i corsi sono gestiti da Guide Alpine, le uniche, per legge, a poter insegnare le tecniche dell'arrampicata.
Non va dimenticato che l’ alpinismo non è esente da rischi a fronte però di enormi soddisfazioni. I rischi sono quelli legati alla non perfetta conoscenza della tecnica, alla sopravalutazione delle proprie capacità, dei pericoli oggettivi (caduta sassi, ghiaccio, neve) e dei cambiamenti meteorologici (temporali, nevicate, gelate).
Le soddisfazioni, enormi, sono quelle di salire dove “solo l’aquila osa” ovvero vette dove pochi riescono ad arrivare, provando la sensazione unica di avere “conquistato” un pezzo di roccia: conquista solo ideale perché quando si va a casa la roccia resta là ma è per sempre nei nostri ricordi. Un altro aspetto importante he nasce spesso nell’ alpinismo è l’amicizia. In montagna a scalare si va come minimo in due in cordata, e il fatto di passare intere giornate legati ad una persona sviluppa spesso un forte senso di fraternità e di fiducia. |
Gli alpinisti provengono dai paesi di montagna ma anche da altri luoghi come anche dalla città. Così anche molto spesso le Guide Alpine sono cittadini che si sono innamorati della montagna ed hanno cambiato la loro vita per fare un mestiere legato ad un ambiente particolare. Per diventare Guida Alpina, ovvero l’unico professionista che può accompagnare persone in montagna retribuito e può insegnare le tecniche alpinistiche e sci alpinistiche, bisogna affrontare una durissima selezione e una successiva formazione che si articola in due anni.
Principalmente dai paesi di montagna provengono anche i membri del Soccorso Alpino o per meglio dire Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) ovvero l’unico ente insieme al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.), deputato al soccorso in montagna. In Italia il soccorso in zone impervie quali montagne, burroni, forre, dirupi, grotte e tutti gli ambienti “ostili” è svolto per legge dal C.N.S.A.S. e dal S.A.G.F. che collaborano tra loro.
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